Brave | Autobiografia ceci n’est pas une/mon autobiographie

KörpermeetsPinDoc

SpazioKörper・4-5 maggio

Brave 4 maggio

*ore 18.00

concept e coreografia Paola Bianchi
creato e danzato da Valentina Bravetti e Paola Bianchi
suono Davide Fabbri, Luca Giovagnoli, Giacomo Calli
disegno luci Paolo Pollo Rodighiero
collaborazione artistica Roberta Nicolai
realizzazione costumi Liana Gervasi
direzione tecnica Luca Giovagnoli
foto di scena Gianluca Camporesi
organizzazione Elisa Nicosanti
residenza artistica Santarcangelo dei Teatri
si ringrazia Societas, Teatro Comandini in Cesena
produzione Città di Ebla / Festival Ipercorpo
coproduzione PinDoc
con il contributo di MiC, Regione Emilia-Romagna, Comune di Forlì

Frutto di un lungo lavoro di ricerca intorno al tema della compresenza di due corpi diversi per abilità e percezione, di un’indagine approfondita sulla relazione, sul supporto vicendevole, sull’accettazione di limiti invalicabili pur tendendo al loro superamento, BRAVE nasce da un forte desiderio che non mette in azione i soli corpi sulla scena ma una piccola comunità che accoglie e protegge. Non c’è bravura, non c’è coraggio. C’è determinazione e desiderio. Ci sono due corpi che si incontrano: un corpo che torna in scena dopo nove anni di assenza, e un corpo che cerca una nuova modalità di presenza nella scena.

Iniziato nel maggio 2019 con un dialogo a distanza tra la coreografa e la danzatrice e proseguito in presenza dal 2021, BRAVE è parte del progetto di ricerca coreografica ELP di Paola Bianchi, un’indagine sulla relazione tra parola descrittiva e danza attraverso la trasmissione via audio di archivi di posture. Le descrizioni delle posture del corpo di Paola Bianchi nell’atto di incarnare le immagini presenti negli archivi di ELP hanno generato gli stati del corpo di Valentina Bravetti, portandola ad assumere forme, tensioni e ritmi personali, svincolati dal modello visivo del corpo della coreografa. La forma del tappeto rosso che contiene l’azione e le linee guida dello spazio in senso coreografico sono state determinate dalla Deposizione di Rosso Fiorentino, tavola conservata alla Pinacoteca di Volterra. L’analisi delle posture delle figure che circondano il cristo in un balletto di mani e di sguardi è diventata l’asse portante di una parte del lavoro coreografico.

Autobiografia ceci n’est pas une/mon autobiographie 5 maggio

*ore 18.00

di e con Giovanna Velardi
collaborazione registica e drammaturgica Roberta Nicolai
sound designer Angelo Sicurella
progetto concepito all’interno di Oscillazioni/Teatri di Vetro 2023
produzione PinDoc
coproduzione Triangolo Scaleno Teatro/Teatri di Vetro

con il sostegno di MiC e Regione Siciliana

Che cos’è un’autobiografia? Quali sono le traiettorie che consentono di attraversare – nel tempo scenico di un dispositivo – una produzione artistica ventennale? Quali i dati reali, quali le finzioni. Cosa c’è di vero e cosa viene falsato dalla memoria e dalla condizione performativa. Tra performance e auto-documentario, l’unico dato reale rimane il corpo dell’artista, ostinatamente in scena, unico generatore di un proprio vocabolario, di ogni immaginario. Deposito organico.

Così Giovanna Velardi, rispondendo alla provocazione di Roberta Nicolai, espone sé e la propria storia artistica in frammenti di costrutti coreografici che nel flusso di una nuova narrazione mancano e falsano i propri significati.
Un tunnel nel privato, nel sotterraneo della memoria autoriale.