Lost in this (un)stable life

Un “assolo” a due corpi che si muovono in uno spazio circoscritto: una piscina. 

Essi sono l’uno di fronte all’altro in un equilibrio stabile compromesso improvvisamente da elementi interni ed esterni allo spazio performativo. 

Tutta l’azione scenica può essere intesa come una continua inversione di ruoli, invasione di spazi, capovolgimento di condizioni, per far comprendere quanto tutto sia precario e come gli uomini siano molto diversi o addirittura uguali se immersi in situazioni identiche. 

La pièce diventa un rito magico, un processo di liberazione da esperienze traumatizzanti o da situazioni conflittuali, una vera e propria catarsi ed è proprio quando tutto è dipinto di nero che dobbiamo trovare le forze per rialzarci e ripulirci l’anima, trovando il modo di stare bene con i molteplici noi stessi e con gli altri dando il via a nuovi percorsi. Questo ciclo di errare e di ricostruire verrà riproposto infinite volte, in infiniti modi nella rappresentazione teatrale, portandoci ad una fine che fine non è. 

In scena vedremo due facce della stessa medaglia impegnate in un continuo capovolgimento dei ruoli e di affermazione del proprio essere di fronte all’altro, a sè stessi ed alla platea. 

performer Nicolas Grimaldi Capitello e Francesco Russo

disegno luci Nyko Piscopo

musiche inedite Sika

video Pietro Di Francesco

foto Federica Capo

produzione Compagnia di danza Körper col sostegno di Cornelia