Pandemik Mambo | Viceversa

SpazioKörper 24 settembre 18:00

“Pandemik Mambo”
Coreografia Gabriella Stazio
Danzano Sonia Di Gennaro, Michele Simonetti e con la partecipazione di Emanuela Tagliavia
Musiche originali e sound design Francesco Giangrande
Luci Alessandro Messina

Produzione Movimento DanzaMiCRegione Campania

Lo spunto nasce a Berlino nell’agosto 2020 visitando l’Hamburger Bahnhof, una ex stazione ferroviaria oggi trasformata in museo, quando ho incontrato un ragazzo ed una ragazza giovanissimi che indossavano un salvagente colorato per ciascuno mentre erano in fila all’ingresso. Fermati dalla sicurezza che ha chiesto loro spiegazioni sul particolare accessorio, hanno prontamente risposto che quello era il modo che avevano scelto per mantenere il distanziamento sociale e per visitare il museo. Ho immediatamente pensato che da un incontro così fortunato e casuale doveva nascere una coreografia. Ed ecco quindi “Pandemik Mambo” che è  parte di una trilogia “Le danze pandemiche”, coreografie che ho creato durante la pandemia e quindi con il distanziamento sociale.
Oggi “Pandemik Mambo” è diventata una coreografia più ampia in cui la prima fonte è sempre quella originale creata durante il secondo lockdown e con la seconda parte si ritorna al contatto tra i corpi.

Questa versione debutta per la prima volta per il Centro di Produzione Korper. 

“Viceversa”
Coreografia Luna Cenere
Danza Perfoming Arts Group – Compagnia Giovani Movimento Danza 
Interpreti Alessia Esposito, Federico Contella, Giorgia Menichini, Isabel Ouattara, Martina Nappi
Musiche Vadislav Delay

Produzione Movimento DanzaMiCRegione Campania

Liberamente ispirato all’omonimo libro di Eleonora Marangoni.
In questo breve processo di creazione i giovani interpreti del Performing Art Group hanno lavorato seguendo l’indicazione di un ‘ascolto interiore’; posando la loro attenzione sul respiro, il gesto e la postura che di volta in volta il loro corpo assume. Questo stare in ascolto diffonde nello spazio tensione, attenzione al particolare e presenza, generando un paesaggio nel quale lo sguardo si perde per ritrovarsi nella genesi del gesto. 

“È difficile guardare qualcuno negli occhi senza sentirsi costretti a dire o addirittura a fare qualcosa. Essere faccia a faccia con il prossimo ci spinge a ricambiare il suo sguardo, a interagire, e questo modifica di continuo lo stato delle cose, costringendoci ad un dialogo e a uno scambio incessanti. Azzerando gli automatismi del vivere – i meccanismi continui di domanda/risposta, causa/effetto, azione/reazione – le figure di schiena ci regalano il diritto di esitare, di soffermarci, di prenderci il tempo che vogliamo. Di tergiversare, per il gusto e il piacere di farlo, senza dovere a tutti i costi scegliere o risolvere nulla.” Eleonora Magnani (Viceversa, 2020).