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Cloud

Un progetto di Giovanfrancesco Giannini

Direzione tecnica e disegno luci Valeria Foti 

Ricerca e curatela Gianmaria Borzillo Denis De Rosa Giovanfrancesco Giannini,Antonia Treccagnoli            

Produzione Körper

In coproduzione con Ariella Vidach - AiEP, Santarcangelo Festival

Con il sostegno di AMAT nell’ambito di “Marche casa del teatro. Residenze d’artista” promosso da Amat, Comune di Pesaro, Regione Marche, La Briqueterie/Theatre de Vanves

Con il contributo di MiC  - Ministero della Cultura e Regione Campania, Istituto Italiano di Cultura di Montreal, Dom Utopii - Międzynarodowe Centrum Empatii, Cracovia

Selezionato per Tanzmesse 2022 - Open Studios, NID platform 2021 - Open Studios, DNAppunti coreografici 2019

Lungo un percorso fatto di flussi digitali, immagini e video, il performer accompagna il pubblico in un viaggio nel proprio archivio dati, nella propria memoria individuale. Lo spazio scenico si apre al reale, connettendosi a geografie remote in un autentico affresco mediatico che incorpora e tenta di restituire tutte le informazioni: il corpo diviene testimone e medium dei contenuti che il database condivide seguendo flussi di movimento che si cristallizzano in immagini, dando vita ad un archivio coreografico personale. Un corpo che perlustra, ma anche un corpo che tenta di “rifigurare” e testimoniare il mondo visibile. 

CLOUD è una riflessione sulla politica delle immagini, sulla rappresentazione mediatica dei corpi e della violenza su essi, e sulla memoria come archivio di dati, reali e virtuali, in movimento. Il lavoro nasce anche grazie ad un dialogo intrapreso nel 2019 con 8ballcommunity e NERO editions in una giornata di dibattiti e condivisioni incentrate sulla tematica queer ed è ispirato al manifesto del comunismo queer e alle riflessioni di Georgy Mamedov e Oksana Shatalova, attivisti radicali del Kyrgyzstan. 

 

“Immagini mediali che riflettono il nostro sguardo sulle problematicità contemporanee, nel vortice del web e della comunicazione no borders, con le quali io mi confronto cercando di riattivarle nel presente attraverso il mio medium. Cosa ci resta? un'immagine, una forma.” 

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